Uno dei temi principali su cui si concentra la psicoterapia è sicuramente quello del lutto.
 
Il lutto non inteso necessariamente come perdita fisica di una persona cara, ma considerato da un punto di vista più ampio. Questa è una delle cose che i manuali di psicologia raccontano, ma i pazienti, come spesso accade, sanno farlo decisamente meglio. E come sempre insegnano.
 
Negli ultimi tempi, per esempio, mi è capitato di lavorare spesso sul lutto inteso come perdita dell’immagine che noi avevamo e gli altri avevano di noi stessi.
E ragionavo con qualcuno dei miei pazienti di come questo rappresenti un lutto a tutti gli effetti.
Di come per esempio avere nella propria testa l’immagine di se stessi all’interno di un nucleo familiare proprio e scontrarsi con la consapevolezza (per mille motivi diversi) che questa cosa non accadrà mai, sia un percorso molto simile a quello che accompagna l’elaborazione del lutto. Non ho perso una persona cara. Ma sono costretto contro la mia volontà ad abbandonare un’immagine a me cara, integrata in me stessa da anni.
 
E non per forza, come ci dicevamo in un altro post, l’uno è peggiore dell’altro. Perché la differenza, in entrambi i casi, la fanno le risorse individuali, il periodo e il contesto in cui tutto ciò accade, le relazioni di supporto che mi circondano.
Ma sempre di lutto si tratta. E come tale andrebbe considerato. Da noi psicoterapeuti, ma anche da chi queste persone le circonda.

 

Dott.ssa Erika Fissore

Psicologo-Psicoterapeuta

via Rambsudi 27

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