Da due mesi partecipo a un knitting cafe’. Il sabato pomeriggio. Sono andata perché lo ha organizzato una delle persone a cui voglio più bene al mondo e a cui mi lega qualcosa di profondamente karmico.

Niente. Poi io sono così. E’ diventato un mai più senza.

Ritrovarsi con persone che non si conoscono, dai 16 ai 75 anni, condividendo un intento, sorseggiando un te’ e mangiando un pasticcino, in quest’epoca di solitudini ha una potenza enorme. Trovarsi. Toccarsi. Annusarsi. Raccontarsi. E, a tempo perso, sferruzzare.

Io ce li auguro di più spazi come questo. Perché un’ora così vale molto di più di mille messaggi a settimana. Dobbiamo tornare a incontrarci. Per strada. In un bagno. Dove vogliamo. Ma dobbiamo tornare a creare connessioni. Sono quelle che salvano.

Dobbiamo tornare a respirarci. A condividere obiettivi. Lo dicono anche le ricerche sui suicidi. Che è la solitudine che fotte. Non stare da soli. La solitudine.

Così. Per portare un tocco di realtà a tutta questa poesia.