In questi giorni una persona che soffre di una depressione maggiore che la accompagna da anni, mi ha detto una di quelle frasi che mi fanno sempre molto riflettere.
Si sentiva infatti assai in colpa nello stare male perchè, si diceva, “io ho tutto, ci sono persone che vivono situazioni di indigenza, hanno malattie fisiche gravi e non si lamentano, trovano la forza di andare avanti… io non ho nulla di tutto ciò… dovrei star bene e non lamentarmi… e invece…”.
C’è sempre un poco questa visione della sofferenza mentale come di un qualcosa che necessariamente proviene da fuori, se non c’è una causa chiara, evidente, determinata, allora è come se non avesse validità. Anzi, fosse sbagliato. Non si è autorizzati a stare male. Come se uno decidesse di stare male, di punto in bianco si dicesse, tac, da domani sto male (che poi il sintomo possa avere una funzione strumentale questo sicuramente, ma è un altro discorso!).

 
E invece la sofferenza mentale è qualcosa che non sempre ha un’origine così chiara, netta e specifica. Non sempre accade qualcosa di tragico nella vita delle persone, percui poi iniziano a sviluppare una sintomatologia. E introiettare questo concetto potrebbe aiutare chi soffre a sentirsi un poco meno in colpa, perchè la teoria del “guarda chi sta peggio di te” in psicologia sta molto poco in piedi. Dal mio punto di vista, anzi, decisamente vacilla.

 
Il divano del mio studio ogni giorno di più mi racconta questo.

 
Dott.ssa Erika Fissore
Psicologo-Psicoterapeuta
via Rambaudi 27
12042 Bra (CN)